Isole Egadi

Le isole Egadi

Le Isole Egadi: Favignana, Levanzo e Marettimo, si trovano all’interno di un’Area Marina protetta, e sono note per la loro natura incontaminata, per l’acqua cristallina, i fondali ricchi di pesci, e la grande varietà di erbe aromatiche.

FAVIGNANA

Favignana, “la grande farfalla sul mare” così come venne definita dal pittore Salvatore Fiume negli anni ’70, è il capoluogo e l’isola maggiore dell’arcipelago delle Egadi. L’isola era conosciuta nell’antichità con vari nomi come Aponiana, Katria, Gilia, Aegusa in latino o Auegusa (dal greco “isola delle capre” per la loro abbondante presenza sull’isola). Favignana viene ricordata anche da molti scrittori antichi quali Plinio, Polibio, Nepoziano, l’anonimo Ravennate e dai geografi arabi era conosciuta col nome di Djazirat ‘ar Rahib (“isola del monaco o del romito”, per via del castello che si erge sulla sommità dell’isola, in cui avrebbe vissuto, per l’appunto, un monaco). Il nome attuale di Favignana risale al Medioevo e deriverebbe dal nome del vento Favonio proveniente da Ovest.

Favignana è conosciuta per la famosa “mattanza” (pesca del tonno) ed ha il maggior numero di abitanti.


LEVANZO

L’isola di Levanzo affonda le sue origini nella preistoria, come dimostrano i ritrovamenti all’interno della Grotta del Genovese risalenti al paleolitico. Furono gli ateniesi a liberare le isole dai Cumani nel 415 a.c. Nel 404 a.c fu il turno dei Cartaginesi che invasero la Sicilia sotto il comando di Annibale Giscone.

Levanzo è da visitare la Grotta del Genovese che custodisce graffiti risalenti a 11-12 mila anni fa, ovvero alla fase finale del Paleolitico.


MARETTIMO

Posta in un punto strategico del Mediterraneo, nell’isola sono passate molte civiltà. Alcune hanno lasciato tracce evidenti, altre invece aspettano di essere scoperte. Probabilmente già nello stesso periodo in cui l’uomo preistorico, circa 10.000 anni prima di Cristo, incise i propri segni nella Grotta del Genovese nella vicina Lèvanzo, allora terraferma, alcuni suoi abitanti si saranno avventurati sino a Marèttimo. Di sicuro sono di un periodo dal 5.000 al 2.000 a.C. le punte di freccia e varie schegge di ossidiana trovate sparse per l’isola e tuttora custodite in una bacheca dell’Associazione “Marèttimo” presso il Museo del Mare.

Per chi desidera silenzio assoluto ed un profondo contatto con la natura, Marettimo è il massimo che si può desiderare.


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